(testo di Alberto Alvisi, Ad Alta Voce 2024)
Buongiorno, benvenuti alla scoperta della vita di Roberto Franzoni, artista virtuoso ma, purtroppo, poco conosciuto.
Per questi nove minuti mi trasformerò, e se avrete la pazienza e la fantasia di vedere di fronte a voi il Franzoni, anche se la somiglianza lascia un po’ a desiderare, vi racconterò la sua, anzi la mia storia.
Ci troviamo alle spalle di Severino Ferrari, insigne poeta protagonista di una passata edizione di Ad Alta Voce e qualcuno di voi avrà notato che il mio nome non compare su questa tomba, infatti non ci troviamo presso la mia ultima dimora, ma di fronte ad una delle mie opere, indubbiamente di valore ma poco conosciuta.
Ma se dico “Modernissimo” penso sappiate tutti a cosa mi riferisco, tutti ne aspettavano l’inaugurazione, tutti erano curiosi di vedere il teatro restaurato e reso di nuovo a disposizione dei bolognesi, ebbene, le decorazioni originarie sono opera mia. E che dire dei soffitti della “Fondazione della Cassa di Risparmio”. Belle vero?
Eppure nessuno di voi, probabilmente ha mai sentito il mio nome. Pazienza, non ha importanza, ma ora vi porto indietro nel tempo. Siamo nel 1896, ho 14 anni, e oggi, leggo testualmente: “per aver ripetutamente avuto brutti voti in contegno” vengo destituito dall’incarico di segretario, un brutto colpo per me. In questi vostri tempi, sarebbe stato tutto più facile, gli artisti come me, si sa, sono un po’ particolari, eccentrici, a loro si può perdonare quasi tutto, vestono in modo anticonformista e fanno cose strane, alcune un po’ discutibili. Va beh, lo so, lo ammetto, io sono ancora un artista in erba ma dotato di un gran talento. Diciamo che in fondo sono un rivoluzionario, a modo mio, ma questo lo vedremo più avanti.
Il fatto di essere un po’, diciamo vivace, non posso nemmeno imputarla ai miei genitori, Giovanni e Raffaella, la mia infanzia, infatti, non è stata problematica, una famiglia povera, ma dignitosa e onesta attestato addirittura dalla parrocchia di San Procolo.
Comunque sia, dopo due anni che studio qui, al Collegio Artistico Venturoli, mi tocca questo affronto.
Solo dopo altri 6 anni vinco “Il Pensionato Angiolini”, una borsa di studio che mi permette di studiare anche fuori Bologna. Comincio ad avere i miei primi successi e soddisfazioni anche tramite il Collegio Venturoli, e partecipo al premio Gasperini-Giordani di ‘perfezionamento nelle arti belle’.
Ma è già da qualche anno, e lo dico con orgoglio, che è chiaro che sono dotato di un grande talento, o come dicono gli altri, dotato di un mestiere sorprendente.
Sono attratto dall’Art Noveau con le sue linee curve e sinuose, i motivi floreali, i contorni nitidi e fluttuanti, i colori limpidi, gli incarnati teneri e pallidi che rendono questa arte bella e sensuale, la apprendo dalle riviste francesi e partecipando alle biennali di Venezia. A quest’arte, che qui in Italia chiamiamo stile Liberty, farò fede per tutta la mia vita.
E’ proprio questo il mio modo di essere rivoluzionario, questo mio amore per il Liberty non avrà mai nessun cedimento, non mi piego e non mi piegherò mai ai nuovi stili artistici, solo per seguire la moda o soprattutto per favorirmi il grande pubblico, fedele alle mie idee e al mio gusto e a ciò che mi rende felice ed anche libero, perché libertà è la capacità di seguire le proprie scelte, la mente ma soprattutto il cuore.
Ma tutto questo ha un prezzo, ed il mio è rimanere fuori dalle scene e rimanere anonimo al grande palcoscenico artistico, di certo non mi aiuta il mio carattere, che da giovane, ribelle e arrogante si è trasformato in tranquillo e mite. So benissimo il mio valore artistico e immagino quello a cui state pensando in questo momento, dovrei lottare e urlare il mio talento affinché tutti possano conoscerlo e apprezzarlo, ma, ricordate? Sono un rivoluzionario. Che senso avrebbe urlare e imporre la mia arte, sono libero e lascio la libertà di scelta a chi mi vorrà seguire.
Un giornalista della Repubblica di San Marino scriverà un articolo, mi risulta unico, in mio ricordo, e descrive molto bene quello che sono, un racconto che se vi commuove vi farà capire quello che sono e quello che risaltava di me:
Leggo dalla Rivista di Informazione dell’Ente Governativo per il Turismo della Repubblica di San Marino:
“I Bolognesi si accorgeranno della sua assenza soltanto perché non lo incontreranno più per le strade del centro, dove trascorreva col suo incedere pacato, raccolto; pronto al saluto; garbato e riguardoso. Se la sua notorietà non varcò i confini della città natale, fu per un invincibile ritrosia di carattere, che rifuggiva da ogni espediente per valorizzarsi agli occhi altrui e da ogni atteggiamento esibizionistico. La sua fierezza orgogliosa, la coscienza del proprio valore, la fedeltà ad un credo estetico profondamente radicato e professato, una probità professionale costantemente esercitata gli danno diritto ad essere giudicato esclusivamente con la misura del suo tempo: che non è quella dell’arte classica, la quale accettò unicamente come cultura, e nemmeno quella della contemporanea, che ripudiò coraggiosamente e della quale non accettò le ragioni storiche. La volontaria immobilità nella sfera del suo stile e del suo ideale estetico lo chiusero in un isolamento per buona parte immediato, che fu la recondita pena della sua vita”.
A me emoziona, non vedo nessuno con gli occhi umidi, ma me lo aspettavo, dopo tutto questa è la mia vita.
Solo per chi sta pensando che il mio isolamento in fondo me lo sono meritato e che magari (se si può dire) non ho gli attributi, vi devo dire che il mio non è solo talento ma è anche frutto di duro lavoro, non vi tedio facendo la lista di quello che ho fatto o non fatto nella mia vita artistica, ma i miei studi mi hanno portato anche all’Accademia di belle Arti di Bologna ed ho seguito maestri di notevole fama come Domenico Ferri, Enrico Barberi e Alfredo Tartarini, autori di opere meravigliose esposte anche qui alla Certosa. A proposito della Certosa, anch’io ho un paio di opere. Oltre alla decorazione nella Cappella Rizzi, qui alle mie spalle, un trittico comprendente dipinti murali, stucchi, stipite marmoreo, lampade di vetro soffiato, inginocchiatoio ligneo e cancello in ferro battuto, il tutto naturalmente, in stile Liberty, e non ho esagerato, come potete vedere c’è tutto quello che ho detto. E’ un po’ danneggiata, ma è sempre un spettacolo, modestia a parte. Come dicevo oltre a questa tomba ho eseguito il busto marmoreo di Gesù Cristo nella Tomba della Famiglia Isolani – Lupari.
Sono molto bravo anche come grafico e cartellonista, molto belli sono le illustrazioni per Il resto del Carlino o l’Avvenire o per L’università di Bologna, per le feste di primavera di Bologna e Faenza, alcuni dipinti a tema balneari creati per Cesenatico, Pesaro e Senigallia. Sono dipinti unici, leggeri, con dei deliziosi particolari che vanno oltre allo scopo puramente pubblicitario, fatte col cuore e per me vere opere d’arte.
7 gennaio 1935, una data che purtroppo non posso e non riesco a dimenticare. Muore mio figlio alla troppo giovane età di 23 anni, la morte di un figlio è un evento che sconvolge la vita di ogni genitore, e non risparmia neppure me. Probabilmente anche questa tragedia mi porta a chiudermi in me stesso sempre di più, per fortuna ho mia moglie Carolina a cui mi aggrappo nei momenti più difficili, è una donna bellissima e nei miei dipinti l’ho colta in atteggiamenti languidi o sognanti, oppure ferma in un impenetrabile sguardo come nel ritratto tra crisantemi, probabilmente il mio preferito.
L’ultimo capitolo della mia vita si svolge nella Repubblica di San Marino dove lavoro per l’istituto filatelico, per la nascita di una vasta serie di francobolli. Nella repubblica Sammarinese si tiene l’unica mia mostra personale che programmo nel 1960, ma purtroppo il 10 gennaio dello stesso anno sopraggiunge la mia morte e non potrò mai parteciparvi.
Che dirvi ancora, spero che la mia vita possa essere un esempio soprattutto ai giovani del vostro tempo, un periodo dove apparire e avere apprezzamenti, mi pare vengono chiamati anche like, sono per loro la cosa più importante ma che li porta a svendere e tradire i loro pensieri, principi e ideali pur di raggiungere la fama e la notorietà. Ditelo ai vostri giovani, la felicità è altrove, nel loro cuore e in una mente libera da ogni condizionamento e imposizione.
Vi ringrazio immensamente di essere ancora qui ad ascoltare la mia vita, che poi non ha ormai importanza per voi, ma le mie opere, vi prego, qualche volta, cercatele, osservatele e spero che la vostra mente ricordi chi sono e dalle vostre labbra e dal vostro volto esca una piccola esclamazione: ma quest’opera è di Roberto Franzoni, il rivoluzionario, perché anche disegnare il bello, in questi brutti periodi è comunque qualcosa di rivoluzionario.