Claudio Lorenzini

Ho iniziato a fotografare con una macchinetta che aveva tutte le possibili regolazioni, quella dei tempi, dei diaframmi e della messa a fuoco; ma tutte manuali, per di più senza istruzioni ed esposimetro. Le regolazioni erano lente e laboriose, ma il click dell’otturatore era gratificante.

Nella fotografia mi è sempre piaciuta la ricerca delle luci. E se fotografare significa “scrivere con la luce”, allora perché non cercarla questa luce. La luce come forma e come significato; come sottolineatura o come pretesto, anche se non è sempre possibile farlo.

La Certosa di Bologna può essere vissuta in tanti modi, come un luogo di dolore, di raccoglimento, di memoria, d’arte, di storia… E la Certosa può anche emozionare: ecco perché la tentazione di trasformare tante suggestioni in immagini diventa irresistibile.